Si scrive denunce o denuncie?

Si scrive denunce o denuncie?

L’italiano è una lingua tanto bella quanto difficile, persino per noi che ogni giorno la parliamo.

Le regole da tenere a mente infatti sono tante, ma anche le eccezioni a queste stesse regole non mancano.

Ecco perché il dubbio è sempre dietro l’angolo e non solo da studenti.

Quando si scrive sarebbe buona norma tenere sempre a portata di mano un vocabolario da consultare ogni volta che ne abbiamo bisogno, così da evitare errori.

La formazione del plurale ad esempio, risulta ostica a più di qualcuno.

In particolare, risulta complicata per le parole che al singolare finiscono in -cia e -gia.

Eppure, per non incappare nell’errore, basta imparare e tenere a mente la regola che vi spieghiamo di seguito.

E’ facilissima e si apprende in un attimo con appena un po’ di esercizio.

Eccola.

Come si forma il plurale delle parole che terminano in -cia e -gia:

Quando si deve scrivere il plurale di quelle parole che al singolare terminano in -cia e in -gia, a molti viene il dubbio se ci voglia o meno la i.

Come stanno le cose?

Il plurale di “denuncia”, tanto per fare un esempio, è denunce o denuncie?

Qual è la forma corretta?

Per capirlo rifacciamoci alla regola.

Secondo questa, ci si deve attenere allo schema seguente:

se nel singolare -cia o -gia sono precedute da vocale, il plurale mantiene la i e diventa pertanto cie e gie

se nel singolare -cia e -gia sono precedute invece da consonante, al plurale la parola termina in ce e ge, ovvero perde la i.

Ne consegue che la forma plurale giusta di denuncia è denunce, senza la i.

 Esempi pratici

Per comprendere meglio la regola grammaticale appena esposta, facciamo qualche esempio concreto.

Le parole camicia, valigia e ciliegia, hanno in comune la vocale prima della sillaba finale, pertanto al plurale mantengono la i e fanno camicie, valigie e ciliegie.

Le parole roccia, buccia e goccia, hanno in comune la consonante prima della sillaba finale, pertanto al plurale perdono la i e fanno, rispettivamente, rocce, bucce e gocce.

Come si può notare la regola è molto facile.

Per tenerla a mente e non dimenticarla, basta ricordare un esempio per entrambe le categorie ed il gioco è fatto, poiché in seguito ci si può riferire sempre ad esso.

Eccezioni

In fondo non esiste regola senza eccezioni e questo vale in particolar modo per l’italiano!

Anche per il plurale delle parole in -cia e in -gia quindi, c’è l’eccezione.

Essa riguarda i termini che al singolare hanno l’accento tonico sulla i: ecco qualche esempio concreto.

Magia – magie

Nevralgia – nevralgie

emorragia – emorragie.

Semplice, no?

Curiosità

Tornando alla parola “denuncia”, abbiamo detto che il plurale in forma corretta è denunce, senza la i.

Una volta però, era abbastanza frequente anche incontrare “denuncie” senza che ciò venisse considerato un errore grave.

Tuttavia si tratta di un termine ormai caduto in disuso, pertanto è meglio non usarlo.

Il discorso vale soprattutto per gli scritti formali, che dovrebbero essere linguisticamente perfetti.

Quindi scrivete sempre “denunce”.